“Sotto Porta Sole a Levante”
Frase poetica, vero?
Ma certamente è una frase che rappresenta bene la posizione del nostro territorio; un territorio che si estende a est della città di Perugia seguendo il corso del fiume Tevere.
Porta Sole è uno dei cinque rioni di Perugia (assieme a Porta Eburnea, Porta San Pietro, Porta Santa Susanna e Porta Sant’Angelo).
Se si scende da questo lato della città e si segue il corso del fiume Tevere, si vedono ancora nitide le tracce storiche che testimoniano l’antica origine dei borghi che costellano questa porzione di campagna perugina.
Il simbolo del quartiere è il Sole che sorge a est. E la luce del sole è bianca, come bianco è il colore della farina: prezioso e indispensabile alimento che proveniva proprio dai numerosi mulini disseminati nel suo territorio lungo il fiume Tevere.
Il Tevere mormorava…
Il padre naturale di questo territorio è quindi il Tevere che ha disegnato in maniera profonda la geografia di questa parte dell’Umbria con il suo corso e ha condizionato lo sviluppo economico e sociale dei borghi nati sulle sue sponde.
Accarezzando le variopinte colline disseminate di uliveti e vitigni, di boschi di querce e faggi, il Tevere ha scavato questa terra tracciandone i confini e modellandone il profilo; ma a loro volta gli abitanti dei borghi hanno influito sul fiume e sulla natura circostante, bonificando i campi tutt’intorno e costruendo ponti, torri di difesa e mulini.
Il Tevere era il cuore pulsante di queste campagne: lungo il suo corso si muovevano merci e persone, dando vita ad un territorio operoso e vivace che manifesta ancora oggi i segni di questa antica vitalità.
Piccola storia della terra dei Ponti
Come qualsiasi fiume che si rispetti, anche il Tevere fu protagonista della nascita dei primi insediamenti umani, tanto che questo lembo di terra umbra ospitò comunità fin dalla preistoria grazie a questa fonte primaria di vita.
Nel corso dei secoli, il Tevere divenne poi la linea di confine tra i misteriosi popoli degli Umbri e degli Etruschi, che vissero in queste terre prima dell’arrivo dei Romani, con i quali fiorì il commercio grazie alla navigazione sulle sue acque.
Da Ponte San Giovanni partiva infatti un’importante rotta che portava persone e merci fino a Roma.
Fortunatamente, questa zona rimase importante anche dopo la caduta dell’impero romano.
Durante il regno dei Longobardi, dominatori di gran parte del centro Italia, queste zone divennero parte del corridoio bizantino che congiungeva Roma a Ravenna. Questa striscia di terra era l’unico passaggio libero dal controllo longobardo e dobbiamo a questa importanza strategica la nascita dei numerosi fortilizi sparsi tra le colline e le valli che circondano questo tratto del Tevere.
Queste costruzioni, come tanti altri segni, sono l’impronta che ogni popolo e ogni epoca hanno lasciato in queste campagne: tombe etrusche, castelli e monasteri medievali, ville nobiliari… ogni edificio racconta una pagina della storia di questo territorio e dell’Umbria intera.
Tra queste pagine di storia, il Medioevo fu di sicuro quella più vivace per l’Umbria.
La vitalità politica, artistica ed economica vissuta in quei secoli da questi borghi è ancora così viva da essere celebrata nelle numerose rievocazioni storiche e nelle feste tradizionali.
Tra il Trecento e il Quattrocento vennero costruite e fortificate alcune strutture che ancora oggi sono parte integrante del nostro panorama: dai ponti di Ponte San Giovanni, Ponte Valleceppi, Ponte Felcino e Ponte Pattoli alle torri poste a difesa dei mulini di Pretola, Ponte Felcino e Solfagnano-Parlesca.
E questa fu anche l’epoca delle battaglie e dei grandi condottieri: dalle furiose lotte civili fra la fazione dei Beccherini, nobile e aristocratica, e quella dei popolani Raspanti, alle imprese di Braccio Fortebracci da Montone, che conquistò la città di Perugia e mise a ferro e fuoco la campagna circostante, distruggendo i mulini che rifornivano di farina gli abitanti della città.
Il Cinquecento e il Seicento furono invece secoli di relativa tranquillità e che ci hanno lasciato in eredità alcune delle ville signorili più belle, costruite dalle ricche famiglie perugine che cercavano la quiete della campagna per le loro vacanze e per coltivare amicizie e cultura nei loro salotti. Villa di Colombella della Marchesa Florenzi, Villa Bennicelli a Solfagnano e Villa Bonucci sono solo alcune di quelle splendide residenze che ancora impreziosiscono il nostro territorio.
Ma il Settecento aprì la strada ad un’epoca di immobilismo che durò fin oltre la metà dell’Ottocento. Sotto il governo dello Stato Pontificio questa campagna tranquilla e tutta l’Umbria caddero in un profondo sonno economico e politico.
Solo l’Unità d’Italia riuscì a destare la voglia di rinascita, voglia che in questo territorio si concretizzò con la nascita del Lanificio Bonucci: la prima fabbrica moderna della provincia di Perugia che, oltre a dare una risposta alla povertà, diede lo spunto per la nascita di tante altre attività collaterali che ebbero modo di svilupparsi.
Può sembrare strano, ma forse è proprio grazie a quei secoli di apparente inerzia che hanno conservato intatti i borghi, i castelli e le tradizioni, che possiamo godere ancora oggi del senso di piacevole lentezza e tranquillità che si vive in queste vallate.
Dopo questo rapidissimo viaggio nella storia del territorio ci si rende conto di come esso rappresenti in modo straordinario “lo spirito dell’Umbria”: vicinissimo alla nobile Perugia, all’austera Gubbio e alla serafica Assisi così come alle tranquille cittadine attorno al Lago Trasimeno.
Il contado “a Levante di Porta Sole” riassume in sintesi il carattere variopinto e allo stesso tempo profondamente coerente delle genti dell’Umbria.