Oggi continuo il percorso verde che da Ponte Valleceppi giunge a Ponte Felcino. Il nome del paese viene probabilmente da San Felicissimo, martire e patrono del borgo. Arrivo alla pineta, avvolgente e pacifica, luogo di passeggiate, pic nic e giri in bicicletta, e mi torna in mente una frase:”
Quel bisogno d’entrare in un elemento difficilmente possedibile, aveva spinto mio fratello a far sue le vie degli alberi, e gli comunicava la smania d’un rapporto che lo legasse a ogni foglia e scaglia e piuma…
(Il Barone Rampante – Italo Calvino)
Non credete che rispecchi bene l’atmosfera che si respira qui? Se non lo avete ancora fatto, dovete assolutamente provare! Ora, sopra la mia testa c’è anche il percorso avventura che porta proprio il nome del libro; spesso adulti e bambini si arrampicano qui mettendo alla prova il loro coraggio e spirito selvaggio…
Forse questo gioco non fa per me, quindi costeggio l’argine del Tevere e risalgo il ponte medievale, che mi porta nel cuore del borgo di Ponte Felcino.
Poco distante dall’ostello trovo l’ingresso verso un “giardino segreto”, il Bosco didattico, un angolo di verde (si fa per dire, sono otto ettari!) dove convivono piante tropicali, fiori di loto, ninfee, pesci, uccelli, caprette e alberi di ogni specie.
Un connubio tra “Arte, aria, terra, energia” come il nome del centro naturalistico che risiede qui, nella torre dell’antico mulino della catasta: il posto giusto, questo, per ritrovare quel senso di appartenenza al mondo che solo la natura sa dare. Perciò, prima di proseguire il nostro viaggio mi fermerò qui, seduta vicino a un ruscello che profuma di rose.