Questa settimana non potevamo non parlare del Kottabos, un gioco “di-vino” tanto caro agli Etruschi, diffuso dal VI al III secolo a.C.
Grazie alla manifestazione “Velimna” che si sta svolgendo, come tutti gli anni, a Ponte San Giovanni, la vita, i mestieri e i divertimenti di questo popolo rivivono con splendore.
Tra questi, il Kottabos, che ha origini greche, ma prima ancora sicule, era praticato durante il simposio, ossia quella parte del banchetto in cui si degustavano i vini e ci si divertiva secondo le usanze dell’epoca.
Un gioco d’altri tempi
Ma come si svolgeva questo divertimento?
Innanzitutto, si giocava sdraiati sul fianco sinistro, e già da ciò possiamo intuire la difficoltà. Poi, al termine del simposio, i giocatori dovevano lanciare le ultime gocce di vino rimaste nelle loro coppe su un piattello.
Sembra semplice, ma questo piattello era collocato su un’asta di bronzo alta un metro e ottanta, dove a metà circa era posizionato un piattello più grande.
Coloro che riuscivano, con la goccia, a far cadere il piattello facendolo schiantare su quello centrale, festeggiava al fragoroso suono del tintinnìo che ne seguiva.
Il premio consisteva in un dolce, una mela, oppure nel bacio della donna amata. Quest’ultimo era quello più desiderato, ovviamente, e spesso i partecipanti al gioco dedicavano il lancio proprio a lei.
Il Kottabos a Perugia
Se siete in vacanza in Umbria, non potete perdervi la visita all’Ipogeo dei Volumni.
Qui, nell’Antiquarium, troverete un reperto del gioco del kottabos ritrovato durante la scoperta di questo sito archeologico. Nella tomba sotterranea, invece, è stata posizionata una fedele riproduzione dell’asta con piattello e relative borchie.
La manifestazione “Velimna” si concluderà domenica 3 settembre, perciò non vi resta che partecipare e fare un tuffo al tempo degli Etruschi.
Vi aspetto nei commenti!